Alla scoperta di Castel di Sangro, la “Porta d’Abruzzo”

Arroccato a ottocento metri d’altitudine, incastonato tra i paesaggi incontaminati dell’Abruzzo, Castel di Sangro è un borgo che unisce storia millenaria e bellezze naturali con una sensazione di pace difficile da dimenticare. Il cuore del paese batte ancora nella Civita, la parte più antica e alta del centro abitato, dove si respira l’anima medioevale.
Oggi centro principale dell’Alto Sangro, ha sempre avuto un ruolo chiave nel tessuto geografico e culturale della regione. Sorge sulla sponda destra del fiume Sangro e, nei secoli passati, rappresentava un punto di snodo essenziale per viaggiatori e mercanti che transitavano lungo le direttrici del Regno. L’Ottocento, in particolare, vide il borgo diventare una vera e propria “Porta d’Abruzzo”, varco privilegiato per l’accesso ai territori interni. Anche i pastori lo attraversavano durante la transumanza, tanto che fu istituita una Dogana pubblica per il controllo di animali e merci.
Castel di Sangro va esplorato passo dopo passo, lasciandosi guidare dalla curiosità e dalla meraviglia. Non mancano testimonianze artistiche e architettoniche, dalle chiese monumentali ai palazzi nobiliari, che raccontano la lunga storia di un magnifico borgo resiliente.
La Chiesa di San Giovanni BattistaAffacciata su Piazza del Plebiscito, la Chiesa di San Giovanni Battista è uno dei simboli religiosi più amati e riconoscibili della cittadina. Edificata nel 1430 per volontà della famiglia Marchesini, nel corso dei secoli ha subito molteplici trasformazioni, fino alla tragica distruzione causata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, che ne compromisero gran parte della struttura. Eppure, è rinata, ricostruita con rispetto e fedeltà verso il progetto originario.
La facciata, in pietra, si erge maestosa con le linee scandite da due ordini di lesene, mentre l’imponente campanile a pianta quadrata, l’unico elemento originale sopravvissuto ai bombardamenti, veglia silenzioso sulla piazza. All’interno, l’atmosfera è quella intima e solenne tipica del barocco: tre eleganti navate accolgono dipinti del XVIII secolo che dialogano con la luce soffusa che filtra dalle vetrate.
Il Castello medioevaleSulla sommità del paese, dove l’aria si fa più rarefatta e il panorama si apre sconfinato, sorgono i resti del Castello medioevale la cui posizione non è casuale: costruito a scopo difensivo, sorge infatti sui resti di una struttura ancora più antica, a testimoniare la continuità di un presidio che ha vigilato sul territorio per secoli. Tra le famiglie che lo hanno abitato o posseduto, spiccano i Di Sangro, il cui nome resta legato alla storia di Castel di Sangro.
Con il passare del tempo e il mutare degli assetti urbani, il castello venne man mano abbandonato, soprattutto a partire dal XVI secolo, quando la vita cittadina si spostò verso la parte più bassa. Ma il colpo più duro arrivò con il terremoto della Maiella del 1706, che ne danneggiò gravemente la struttura. Eppure, nonostante il tempo e le ferite, il castello conserva ancora oggi il suo fascino: la pianta quadrata irregolare si intuisce percorrendo i ruderi, mentre tre torri circolari raccontano il loro passato di sentinelle. La torre più antica, il mastio, un tempo ospitava il presidio di guardia e dominava con lo sguardo l’intero territorio circostante.
La Basilica di Santa Maria AssuntaLà dove il borgo si arrampica verso il cielo, nel cuore della Civita, si staglia la Basilica di Santa Maria Assunta, il luogo di culto più importante. Le sue origini affondano nel Medioevo, ma l’attuale struttura è frutto di una ricostruzione settecentesca che ne ha definito l’identità barocca. L’impianto a croce greca, con tre navate ampie e luminose, accoglie in un abbraccio armonico che richiama il senso del sacro e della bellezza.
Appena varcata la soglia, si viene avvolti da un’atmosfera solenne, sospesa: le tele del Settecento narrano storie di fede e di arte, mentre i manufatti lignei intagliati con cura parlano di mani sapienti e devozione senza tempo. Molto suggestiva è la scultura bronzea del Battesimo di Cristo, che si erge sulla sommità del battistero con una forza simbolica che invita alla contemplazione.
All’esterno, la facciata rivela un equilibrio scenografico raro: le logge dei santi sembrano dialogare tra loro in una processione silenziosa, incorniciate dai due campanili gemelli che svettano leggeri nel cielo abruzzese. Ma il dettaglio che più colpisce l’occhio attento è il loggiato quattrocentesco che cinge la Basilica come una memoria incisa nella pietra: proviene dalla precedente chiesa demolita, grazie a un attento lavoro di recupero.
La Pinacoteca Patiniana e il Museo Civico AufidenateA Castel di Sangro, l’arte e la memoria si intrecciano anche al di fuori dei luoghi di culto, e trovano spazio tra le sale della Pinacoteca Patiniana e del Museo Civico Aufidenate, due istituzioni diverse, ma complementari, che arricchiscono l’esperienza di chi desidera entrare in contatto con l’identità più profonda del territorio.
La Pinacoteca Patiniana nasce per custodire l’eredità di Teofilo Patini, uno degli artisti più rappresentativi dell’Ottocento italiano. Nato proprio a Castel di Sangro, fu pittore del popolo, dell’umanità sofferente, di paesaggi interiori e di opere spesso intrise di realismo e denuncia sociale. Visitare la pinacoteca significa compiere un viaggio nell’Italia rurale di fine Ottocento, tra sguardi, volti e scene quotidiane che non lasciano indifferenti.
Accanto alla pittura, il Museo Civico Aufidenate offre un affascinante spaccato della storia più antica del territorio. Il nome stesso richiama Aufidena, il toponimo latino dell’antico insediamento sannita che sorgeva nei pressi dell’attuale città. Tra i reperti custoditi si snoda un racconto che va ben oltre la semplice esposizione: vasellame, monete, oggetti votivi e strumenti quotidiani testimoniano la vita e le abitudini di un popolo che ha lasciato un segno profondo nella storia della regione.
Come arrivare a Castel di SangroChi sceglie di raggiungere Castel di Sangro in auto scopre ben presto che, seppur immerso nel cuore dell’Appennino abruzzese, è ben collegato alle principali direttrici stradali.
Da nord, per esempio, il percorso più agevole parte da Ancona: si attraversa prima la costa adriatica lungo l’A14, poi si devia sulla A25 in direzione Roma, fino a raggiungere l’uscita Pratola Peligna – Sulmona. Da lì, la Strada Statale 17 guida verso Castel di Sangro, tra scenari montani e panorami che invitano a una sosta.
Chi invece proviene da Napoli, può imboccare la A1 in direzione Roma fino all’uscita di Caianello. Una volta lasciata l’autostrada, il viaggio prosegue lungo la SS 158, che si insinua tra le colline, per poi confluire anch’essa nella SS 17, che accompagna fino alla soglia del borgo.
Anche da Roma il tragitto è diretto e suggestivo: basta seguire la A25 fino alla medesima uscita Pratola Peligna – Sulmona e da lì proseguire sulla SS 17 costeggiando paesi, alture e campi ordinati.
La stazione ferroviaria di Castel di Sangro, un tempo attiva e fondamentale per il collegamento con l’entroterra, oggi non è più operativa. Tuttavia, gli autobus coprono regolarmente le tratte principali con le altre località abruzzesi, per un’alternativa affidabile e panoramica per chi si sposta con i mezzi pubblici.
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